lunedì 31 dicembre 2012

Duemiladodici buoni proposti (un po' tanti, no?!)

Ed ecco le ondate di gente bimbaminkia che pubblica stati sull'anno che se ne sta andando.
Anno in cui tutti saremmo schiattati in culo ai Maya, alla fine Britney Spears ha dovuto disdire il suo party/troieggio dentro i tombini. Eh, cose che capitano.
Tanti hanno detto che questo duemiladodici è stato un anno un po' sottotono.
E' vero, dopotutto, la crisi ci ha fiaccati e non poco, e tanti hanno attribuito la colpa a Mister Monti (e vedrete, poi, con Berlusconi, tornando alla pragmatica sensazione di aver rotto il cazzo di cui parla la Littizzetto).
Proviamo a fare un bilancio (cioè... io provo... voi leggete... chiunque voi siate).

Al livello letterario ho fatto tante piacevoli scoperte, e devo dire che quest'anno è stato particolarmente prolifico sotto questo punto di vista.
Innanzitutto ho letto per la prima volta Federica Frezza. Scrittura eccellente, romanzi intrippanti.
Poi ho scoperto Isabella Santacroce, anche lei mi ha incantato con la sua penna. 
Il mio rapporto con Murakami si è intensificato, anche se dovrei decidermi a leggere la terza parte di 1Q84.
Ma è anche stato l'anno di Il Seggio Vacante, il nuovo libro di JK Rowling dopo anni di silenzio dall'ultimo Harry Potter. E' stato un anno magnifico.
Ma è anche stato l'anno di Cinquanta Sfumature di Grigio. Che anno di merda.

A livello musicale, quest'annata è stata molto felice.
Ho conosciuto Lana Del Rey, ormai diventata una delle donne della mia vita.
Poi ho anche conosciuto Marina and the Diamonds e Natalia Kills, anche loro due ottime cantanti.
Madonna mi ha deluso profondamente con quella merdata di MDNA, ma fortunatamente il mio amore per lei non si è scalfito.
Lady Gaga ci ha lasciati tutti abbastanza vuoti, diciamo che non ha fatto un cazzo a parte il tour a cui non sono andato. Gaguzza mia, sbrigati a pubblicare qualcos'altro!
Ke$ha, non so come, ci ha sfoderati Warrior, un album coi controcoglioni, e neanche Rihanna mi ha deluso con Unapologetic.
Mi sono innamorato dei Muse, che ci hanno tirato fuori l'album (a parer mio) migliore del 2012, cioè The 2nd Law, ed anche Mika con The Origin Of Love mi ha compiaciuto molto.
Ritorno storico, poi, dei No Doubt, che si meritano un posto nell'annoverazione di quest'anno musicale con il loro Push And Shove, piacevole e ritmato.

In campo profumi ho fatto moltissime scoperte, a partire da Etat Libre D'Orange e il suo Sécrétions Magnifiques ed a finire ai L'Artisan Parfumeur e i Bond no 9.
I più meritevoli da citare sono sicuramente: 2 di Comme Des Garçons, A La Nuit di Serge Lutens, Kingdom di Alexander McQueen (finalmeeeente, finalmeeeente!), Coney Island di Bond no 9, Premier Figuier di L'Artisan Parfumeur, Putain Des Palaces di Etat Libre D'Orange e non me ne vengono più in mente.

Quest'anno ho iniziato a scrivere in maniera regolare. Avevo iniziato già alla fine del 2011, ma è da febbraio 2012 che mi sono invischiato nella cosa più pretenziosa che potesse raffiorare nella mia mente: Gelsomino e Sigarette.
Questo racconto mi ha assorbito talmente tanto da lasciarmi frastornato e dubbioso tante, troppe volte. Spero che un giorno qualcuno riesca a leggerlo, quando sarà come voglio che sia.
Poi ho iniziato e finito 2842 Miglia, che è stato candidato al concorso di Reader's Bench 500 Storie d'Autunno ma che non ha vinto (e il poveretto non glielo aggiungo, sono fiero di questo racconto, ma forse faccio male).
E infine tanti racconti alla rinfusa, tanti pensieri gettati su carta chissà per quale inspiegabile motivo.

Il 2012 è stato l'anno delle grandi rimpatriate, delle amicizie ritrovate.
Francesca, la mia piccola Carmen, l'ho reincontrata durante l'estate, ringraziando I Want To Break Free dei Queen e Jizz In My Pants dei Lonely Island. (Momento Miss Italia) Voglio ringraziarla per la pazienza infinita con cui mi ha ascoltato, mentre parlavo di Gelsomino e Sigarette in heavy rotetion. La ringrazio per non avermi fatto sentire solo nelle notti di fine estate dove eravamo soltanto io ed uno schermo. La ringrazio per esserci, anche se è a quattromilauattrocento chilometri da me.
Poi Alessia, e qualche fugace scambio di messaggi su Facebook, un'altra piacevole ri-amicizia, piena di rivelazioni e di profonde riflessioni, che mi ha aiutato a capire quale sarà il mio futuro, e quale voglio che non sia.

E infine le amicizie stagionate, quelle che non mi hanno mai abbandonato, quelle che ci sono state, calorose spalle su cui piangere (ma quale piangere) o lamentarsi o frignarsi o grugnire.
Quindi una standing ovation alla SuperVixen, che avrebbe dovuto spappolarmi le palle fino a morire dal dolore per aver dubitato della sua relazione interregionale con il moroso naturalizzato torinese ma che invece ha (faticosamente) resistito all'impulso (perché mi vuole un gran bene, la ppputtanella <3).
Quindi poi una bella stretta di mano alla più Blondie fra le Blondies, perché il suo biondo mi è stato d'ispirazione. Grazie.
E alla Molly e ai diamandi nelo cielo, sentitamente ringrazio.

E questo 2013? Spero che sia anche un decimo di quest'anno, sarebbe grandioso.
E basta lamentarsi del 2012, è già tanto che siamo vivi.

Buon anno a chi sa prendere per grandi dei piccoli cambiamenti.
Buon anno a chi c'è e anche a chi non c'è.
Buon anno a chi lo passerà all'ospedale con la mano esplosa.
Buon anno a chi bacerà qualcuno a mezzanotte.
Buon anno a chi si consolerà con un Martini.
Buon anno. E basta.

23:59
Dieci... nove... otto... sette... sei...cinque... quattro... tre... due.
 
  

giovedì 22 novembre 2012

Il ragazzo dai vestiti rosa.

Una donna può ostentare le sue forme. Una donna può ostentare il suo seno, sbattendolo in faccia ai passanti con la violenza di uno schiaffo.
Una donna può ostentare le sue gambe, lunghe e affusolate, scoperte quasi fino all'attaccatura.

Un uomo può ostentare i bicipiti, simbolo della sua virilità.
Un uomo può ostentare la protuberanza pubica, strizzata dai jeans per farla sembrare ancora più abbondante.

Ma un ragazzo non può vestirsi di rosa, o mettersi lo smalto alle unghie.

Eppure pensavo di poter trovare qualche parola in più per tutto ciò, ma in realtà non mi viene niente.

Basta una sciarpa. Basta una sedia. Basta il dolore.

Oggi la mia rabbia è rosa, come il colore di questi caratteri, come il cordoglio di tante persone, come il dolore di una famiglia, come il rimorso che spero divori i fautori di ciò fino all'esasperazione.
Oggi la mia rabbia è rosa. Puzza di smalto.

domenica 28 ottobre 2012

Purple Rain

Guardo lo schermo del computer, come imbambolato da Prince che, con sguardo languido, accompagnato da una chitarra nostalgica e femminile, canta Purple Rain.
La sua solita giacca di pelle con il colletto alto, le sue solite ruches bianche che spuntano dal petto, i ricci che gli cadono sul viso.
La voce quasi lontana di mamma mi riporta ad una realtà buia e malinconica.
Guardo l'orologio: sono le cinque e mezza.
Vado da mamma, che sta ritirando i panni da una pioggia apocalittica.
Vedo le nuvole che si spostano veloci e cadono, sottoforma di minuscole e fredde gocce d'acqua.
D'improvviso il cielo smette di piangere e le nuvole continuano a vagare per l'atmosfera, unendosi e slegandosi tra di loro, prendendosi e lasciandosi in uno svelto ed inquietante amplesso intervallato da fugaci momenti di luce solare.

All I wanted to see you laughing in the purple rain.

Mi sveglio di soprassalto, sgranando gli occhi alla percezione di un lampo il cui bagliore ilumina scattante la mia stanza, per poi scomparire furtivo senza lasciare traccia.
Guardo una densa foschia attraverso la finestra, mi alzo dal letto e scorgo delle nuvole nere e fisse su un celo grigio, che inondano tutto ciò che sta sotto.
Tocco il fetro, appannato e gocciolante di pioggia, e lo sento ghiacciato.
Da fuori un tuono arrogante e borioso lo fa vibrare con il suo rumore battagliero e nefasto.
Lascio l'impronta sulla trasparenza sfocata dall'autunno.
Sono l'acqua che cade, sono la terra bagnata, sono i fiori appesantiti da gocce di rugiada, sono un vento violento e gelido, sono foglie scure che cadono, sono la resina che cola dal legno, sono la lavanda che allieta il naso.
Sono il cielo malinconico, sono le nuvole iraconde, sono i fulmini repentini e taglienti, sono i tuoni raccapriccianti e paurosi.
Sono il mare che si scaglia contro rocce ostinate, sono nebbia misteriosa che avvolge le montagne. Sono il freddo che scava dentro, ed arriva fino al cuore.
Sono l'algida bellezza dell'inverno che sta arrivando, immobile e ghiacciato candore dall'imponente magnificenza, doloroso gelo di sentimenti ed emozioni.
Sono l'assenza di vita, l'assenza di parola, l'assenza di sguardo, l'assenza.