Un normale pomeriggio, passato in profumeria a snasare con mia madre.
"Guarda, Profumi di Pantelleria" fa lei, lieta, "e ho visto anche Acqua di Taormina laggiù. Come mai non c'è un'Acqua di Trapani?".
Come mai non c'è un'Acqua di Trapani?
Perché farla sarebbe complicatissimo, necessiterebbe di una formulazione e di una piramide troppo complesse perfino per Jean Baptiste Grenouille.
"Ma di cosa sa Trapani?" faccio io.
"Sa di sale" dice Rino, il tipo che ci sta servendo.
Ci rimugino sopra per tutta la sera.
La verità è che Trapani è mille anime, mille facce, mille vite, mille aspetti.
Trapani sa del sale di Salinagrande.
Trapani sa degli alberi di Erice.
Trapani sa del vino di Marsala.
Trapani sa di mandorle.
Trapani sa di fichi.
Trapani sa di fiori d'arancio.
Trapani sa di gelsomino.
Trapani sa di asfalto cotto al sole.
Trapani sa di crema abbronzante.
Trapani sa di sabbia.
Trapani sa di alghe.
Trapani sa di bellezza.
Trapani sa di maestosità.
Trapani sa di estate.
Trapani sa di dolcezza.
Trapani sa di famiglia.
Trapani sa di antichità.
Trapani non potrebbe mai essere un profumo. Una boccetta di vetro è troppo piccola per racchiudere la sua grandezza.
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