La Luna, timida o forse
arrogante, questa notte ha deciso di non mostrarsi. Sembra quasi
volersi far desiderare, voler far mancare alle persone la sua luce
pallida e rassicurante. La Luna vuol fare la preziosa stasera, e non
vuole farsi vedere.
Le stelle, invece, son
sempre lì, chiodi splendenti in un muro completamente nero. E su
quel nero rischiarato da un bagliore artificiale, si staglia il
profilo basso e discreto di un campanile, che fra qualche ora farà
suonare le sue campane con dieci rintocchi.
Uno, due, tre, quattro,
cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.
Una brezza ghiacciata mi
sfiora le gambe nude, i peli sono irti dal freddo.
Qualche macchina passa,
anticipandosi dal rumore della sua traversata per la strada. Passa e
il rumore si sfuma, come una canzone finita, fino a non sentirsi più.
Qualcuno, insieme a questo
rumore, porta con se anche i bassi potenti di un brano house.
E dentro queste macchine
che veloci fendono il buio con la luce dei fanali, ci sono delle
creature della notte. Qualcuno sta andando a bere in un locale,
qualcuno a godere in uno strip bar, qualcuno ad amare, qualcuno ad
odiare, qualcuno sta andando a casa, qualcuno da casa sta uscendo.
Sono il popolo della
notte: vampiri che addentano le olive dei Martini, zombie che fanno
sesso, licantropi che ballano, streghe che fumano, fantasmi che
guidano ubriachi con l'autoradio al massimo.
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