sabato 22 settembre 2012

Night.


La Luna, timida o forse arrogante, questa notte ha deciso di non mostrarsi. Sembra quasi volersi far desiderare, voler far mancare alle persone la sua luce pallida e rassicurante. La Luna vuol fare la preziosa stasera, e non vuole farsi vedere.
Le stelle, invece, son sempre lì, chiodi splendenti in un muro completamente nero. E su quel nero rischiarato da un bagliore artificiale, si staglia il profilo basso e discreto di un campanile, che fra qualche ora farà suonare le sue campane con dieci rintocchi.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.
Una brezza ghiacciata mi sfiora le gambe nude, i peli sono irti dal freddo.
Qualche macchina passa, anticipandosi dal rumore della sua traversata per la strada. Passa e il rumore si sfuma, come una canzone finita, fino a non sentirsi più.
Qualcuno, insieme a questo rumore, porta con se anche i bassi potenti di un brano house.
E dentro queste macchine che veloci fendono il buio con la luce dei fanali, ci sono delle creature della notte. Qualcuno sta andando a bere in un locale, qualcuno a godere in uno strip bar, qualcuno ad amare, qualcuno ad odiare, qualcuno sta andando a casa, qualcuno da casa sta uscendo.
Sono il popolo della notte: vampiri che addentano le olive dei Martini, zombie che fanno sesso, licantropi che ballano, streghe che fumano, fantasmi che guidano ubriachi con l'autoradio al massimo.

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